Vorrei, pioggia d’autunno, essere foglia che s’imbeve di te sin nelle fibre che l’uniscono al ramo, e il ramo al tronco, e il tronco al suolo; e tu dentro le vene passi, e ti spandi, e si gran sete plachi.
So che annunci l’inverno: che fra breve quella foglia cadrà, fatta colore della ruggine, e al fango andrà commista, ma le radici nutrirà del tronco per rispuntar dai rami a primavera.
Vorrei, pioggia d’autunno, esser foglia, abbandonarmi al tuo scrosciare, certa che non morrò, che non morrò, che solo muterò volto sin che avrà la terra le sue stagioni, e un albero avrà fronde.