Ogni essere umano ha bisogno di interagire con altri esseri umani ma sa, consciamente o inconsciamente, che ogni interazione umana può essere pericolosa o fastidiosa oltre che utile o piacevole. E allora l'arte di vivere consiste nel fare in modo di avere il più possibile interazioni "buone" e il meno possibile interazioni "cattive". Questo si può ottenere in vari modi, tra cui:
Vediamo ora cosa ci può essere di "buono" e di "cattivo" in una interazione, ma prima ancora dobbiamo parlare di implicazioni semantiche delle transazioni di cui si compongono le interazioni.
Il fatto è che vivendo in una certa società con una certa cultura media, a molti tipi di transazione sono sono associati significati di tipo etico, politico, sociale, ecc. Cioè, una certa transazione puà essere interpretata come una intenzione di stabilire una certa relazione o rapporto che può essere considerato "morale" o "immorale", di sottomissione o sopramissione, di minaccia o di disponibilità, di impegno o disimpegno ecc. Insomma, dire o non dire certe cose, fare o non fare certi gesti, dare o non dare certe cose viene interpretato, classificato, valutato e accettato o rifiutato non in quanto tali, ma in quanto segni di qualcosa di convenzionale astratto più o meno desiderabile.
Per esempio, se io accarezzo la mano di un estraneo, questo gesto viene spesso valutato più in quanto simbolo di una certa intenzione di tipo sessuale, che in quanto semplice bisogno di scambio di calore e affetto umano sessualmente neutrale.
Il bisogno elementare: interagire con altri esseri umani
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