Alfred Adler

1870–1937, was an Austrian medical doctor, psychotherapist, and founder of the school of individual psychology. His emphasis on the importance of feelings of inferiority - the inferiority complex - is recognized as isolating an element which plays a key role in personality development.

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 He influenced notable figures in subsequent schools of psychotherapy such as Rollo May, Viktor Frankl, Abraham Maslow and Albert Ellis. His writings preceded, and were at times surprisingly consistent with, later neo-Freudian insights such as those evidenced in the works of Otto Rank, Karen Horney, Harry Stack Sullivan and Erich Fromm, some considering that it would take several decades for Freudian ego psychology to catch up with Adler's ground-breaking approach.

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His most famous concept is the inferiority complex which speaks to the problem of self-esteem and its negative effects on human health (e.g. sometimes producing a paradoxical superiority striving). His emphasis on power dynamics is rooted in the philosophy of Nietzsche, whose works were published a few decades before Adler's. However, Adler's conceptualization of the "Will to Power" focuses on the individual's creative power to change for the better. Adler argued for holism, viewing the individual holistically rather than reductively, the latter being the dominant lens for viewing human psychology. Adler was also among the first in psychology to argue in favor of feminism, and the female analyst, making the case that power dynamics between men and women (and associations with masculinity and femininity) are crucial to understanding human psychology (Connell, 1995). Adler is considered, along with Freud and Jung, to be one of the three founding figures of depth psychology, which emphasizes the unconscious and psychodynamics (Ellenberger, 1970; Ehrenwald, 1991); and thus to be one of the three great psychologist/philosophers of the twentieth century.

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The primary differences between Adler and Freud centered on Adler's contention that the social realm (exteriority) is as important to psychology as is the internal realm (interiority). The dynamics of power and compensation extend beyond sexuality, and gender and politics can be as important as libido.

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His intent was to build a movement that would rival, even supplant, others in psychology by arguing for the holistic integrity of psychological well-being with that of social equality.

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Adler was concerned with the overcoming of the superiority/inferiority dynamic and was one of the first psychotherapists to discard the analytic couch in favor of two chairs. This allows the clinician and patient to sit together more or less as equals. Clinically, Adler's methods are not limited to treatment after-the-fact but extend to the realm of prevention by preempting future problems in the child. Prevention strategies include encouraging and promoting social interest, belonging, and a cultural shift within families and communities that leads to the eradication of pampering and neglect (especially corporal punishment). Adler's popularity was related to the comparative optimism and comprehensibility of his ideas. He often wrote for the lay public. Adler always retained a pragmatic approach that was task-oriented. These "Life tasks" are occupation/work, society/friendship, and love/sexuality. Their success depends on cooperation. The tasks of life are not to be considered in isolation since, as Adler famously commented, "they all throw cross-lights on one another".

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Adler's School, known as "Individual Psychology"—an arcane reference to the Latin individuus meaning indivisibility, a term intended to emphasize holism—is both a social and community psychology as well as a depth psychology.

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 He was a social idealist, and was known as a socialist in his early years of association with psychoanalysis (1902–1911). His allegiance to Marxism dissipated over time (he retained Marx's social idealism yet distanced himself from Marx's economic theories). Adler had a greatly appreciated influence on the foremost founders of Humanistic Psychology, Abraham Maslow, Carl Rogers, and Rollo May, all of whom learned from him in New York or Vienna. As expected, the basic principles of Humanistic Psychology and Adler's Individual Psychology show various similarities.

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Adler was a very pragmatic man and believed that lay people could make practical use of the insights of psychology. He sought to construct a social movement united under the principles of "Gemeinschaftsgefühl" (community feeling) and social interest (the practical actions that are exercised for the social good). Adler was also an early supporter of feminism in psychology and the social world, believing that feelings of superiority and inferiority were often gendered and expressed symptomatically in characteristic masculine and feminine styles. These styles could form the basis of psychic compensation and lead to mental health difficulties.

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Adlerian-based scholarly, clinical and social practices focus on the following topics[citation needed]:

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(Wikipedia)

 

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"Conoscenza dell'uomo" pubblicato nel 1921.

 

"E' stato spesso osservato e constatato che gli uomini, pur convivevdo e comunicando fra loro, si sentono in realtà gli uni di fronte agli altri come degli estranei. " (da "Conoscenza dell'uomo")

 

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LA VITA PSICHICA TENDE A UN FINE

Secondo la psicologia individuale di Adolf Adler (1870-1937) la vita mentale di ogni individuo è caratterizzata da processi dinamici orientati verso un fine. Questo orientamento si forma fin dall’infanzia attraverso le esperienze vissute e l’influenza della cultura. Nella formazione del carattere si svilupperà un atteggiamento positivo – ottimista – se il bambino ha fiducia nelle proprie possibilità di realizzare il fine che si propone; se invece sente il proprio fine come irraggiungibile si svilupperà un atteggiamento di sfiducia e di pessimismo. fonte

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LA DIMENSIONE SOCIALE DELLA VITA PSICHICA

Adolf Adler (1870-1937) afferma qui che la conoscenza dell’uomo non può prescindere dalla considerazione dei condizionamenti sociali che influiscono sulla vita psichica. La tendenza dell’individuo a realizzare la sicurezza e l’adattamento all’ambiente – sotto la spinta del senso di inferiorità e di insicurezza che agisce come stimolo costante – si trova a fare i conti con le esigenze della vita comunitaria e con la necessità di riconoscerne i valori. fonte

 

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...nell'uomo sono presenti due istanze costitutive, variamente intrecciate fra loro: la spinta a superare l'inferiorità, der Wille zur Macht o "volontà di potenza", e Gemeinschaftsgefühl o "sentimento sociale", letteralmente senso di comunità, bisogno di appartenere, di compartecipare e di comprendere i propri simili.

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non è possibile studiare un essere umano in condizioni di isolamento, ma solo all'interno del suo contesto sociale

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Concetti fondamentali della Psicologia Individuale: sentimento di inferiorità, aspirazione alla superiorità, compensazione, sentimento sociale, Sé creativo

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Se la vita è movimento ed il movimento presuppone una direzione verso una meta, allora il senso della vita non può che essere interpretato come un processo volto al superamento di una condizione di inferiorità, limitazione e insicurezza, percepita ogniqualvolta un ostacolo si frappone al raggiungimento dell'obiettivo. Alfred Adler, quindi, sovvertendo la visione scientifica tradizionale che ricerca prevalentemente le cause dei comportamenti, si volge, invece, ad esplorare la mente ideatrice di un piano di vita, solo in parte cosciente, soffermandosi sulle strategie messe in atto per raggiungere il fine ultimo: la condotta umana viene considerata come una proiezione del Sé nel futuro piuttosto che come esito di eventi preesistenti.

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Dietro ogni attività umana c’è una forza fondamentale di base, una spinta da una situazione di minus a una situazione di plus, da un sentimento d’inferiorità a uno di superiorità, perfezione, completezza. 

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Fonte

 

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Alla base della psicologia Adleriana c'è l'idea dell'inferiorità d'organo intesa in modo assolutamente ampio, quindi non solo come inferiorità fisica ma anche psicologica.

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L'inadeguatezza percepita della propria personalità è talmente paralizzante e soffocante, che il soggetto crea automaticamente (e senza rendersene conto) una personalità fittizia per poter interagire con il mondo:

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Questo atteggiamento è dovuto ad uno spirito di sopravvivenza innato, non è un passaggio razionale ma solo un atto che l'individuo compie naturalmente (sempre senza rendersene conto), nel disperato tentativo di proteggere la sua sanità mentale da una autodistruzione che sarebbe assoluta ed automatica, nel momento stesso in cui il soggetto premettesse al senso di inferiorità di avere il sopravvento su tutto "sè stesso".

Questo passaggio automatico non è indolore, l'individuo che percepisce il mondo in questo modo normalmente è un individuo con una sensibilità esasperata, e l'individuo stesso sarà obbligato ad aumentare smisuratamente la sua sensibilità, nel tentativo di percepire eventuali atteggiamenti esterni che possano ferirlo, prima che questi vengano messi in atto.

Ad un ulteriore sviluppo della malattia, il soggetto sarà capace di percepire i sentimenti altrui con una chiarezza disarmante, la mente degli altri gli apparirà chiara come un libro aperto, e da questo "libro" il soggetto malato leggerà le reazioni altrui, sempre nel tentativo di proteggersi da eventuali attacchi al nocciolo estremo della sua personalità.

Automaticamente, una volta acquisita questa capacità di percepire i sentimenti altrui con estrema chiarezza, l'individuo svilupperà un senso di superiorità abnorme, una parte di lui guarderà agli individui tutti "dall'alto in basso", pienamente cosciente della sua superiorità sensoriale.

A questo stadio della malattia il soggetto sarà obbligato a fermare il suo sviluppo mentale e psichico, e la sua vita si svilupperà su due falsi binari, paralleli ma mai convergenti: da una parte avremo il senso di inferiorità che caratterizzerà il suo modo di porsi verso il mondo, dall'altra il senso di superiorità, che caratterizzerà il suo modo di percepire sé stesso nei confronti del mondo.

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Adler, nella fase più sviliuppata dei suoi studi, affronterà esattamente questo problema, e lo farà (primo fra tutti gli psicoanalisti), inquadrando la persona come un tutt'uno, in una visione del soggetto malato che andrà oltre la semplice sintomatologia clinica, per arrivare ad abbracciare tutta la personalità del paziente in una visione di tipo "comportamentale".

Questo libro affronta i problemi di adattamento che un soggetto malato deve affrontare per relazionarsi con il mondo esterno, e spiega in modo molto approfondito (ma con una terminologia molto semplice) come la terapia Adleriana si pone nel tentativo di curare un individuo la cui malattia non è più agli albori della nevrosi, ma ha già raggiunto il punto di rottura. 

Fonte

 

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CONOSCENZA DELL'UOMO (Wikipedia)

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La seconda parte del volume è dedicata alla dottrina del carattere, sviluppata per spiegare la sua natura e la sua formazione derivabili da origini innate o acquisite. Adler presenta una tipologia di esseri umani differenziante a seconda che questi ultimi siano ottimisti o pessimisti, attaccanti o attaccati,sanguignitemperantibiliosimelanconiciflemmatici; inoltre analizza alcune manifestazioni umane attestanti una natura aggressiva quali la vanità,invidiagelosia e manifestazioni di natura non aggressiva come l'isolamentoangosciatimidezzasottomissionepresunzione, impressionabilità.

Conclude il libro una carrellata di stati emotivi come ira, tristezza, abusi, disgusto, tra quelli che tendono a separare gli esseri e gioia, compassione,vergogna tra quelli che invece tendono ad unire.  

Card 116
Alfred Adler (Wikipedia/en)
La conoscenza dell'uomo nella psicologia individuale
Adler, la vita psichica tende a un fine
Alfred Adler (de.wikipedia)
Individualpsychologie
Adler, la dimensione sociale della vita psichica
Conoscenza dell'uomo (Wikipedia)